L’esplorazione del Parco Orsiera Rocciavrè sembra non avere mai fine. Questa volta con un trekking solitario: dalla Valle di Susa, sopra Villarfocchiardo al Colle del Vento, passando per Rifugio Amprimo e Pian dell’Orso. Solitario non è l’aggettivo corretto visto che, orsi a parte, sono stato in piacevole compagnia di uccellini, lepri, marmotte e 5 placidi stambecchi.
Le alpi, dopo tutti questi anni di escursionismo continuano incredibilmente a stupirmi, a meravigliarmi. Meraviglia è la sensazione cui mi tocca confrontarmi la maggior parte delle volte che decido di “fare una passeggiata”. Bene, anche in questa gita di fine maggio, la Meraviglia è stata mia amica fedele e compagna di viaggio.
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Parto per le mie montagne la mattina presto, e mi riservo di scegliere la meta durante il viaggio in macchina. Avendo maggio portato pioggia e grandine pomeridiane, la meta non può esser troppo lontana e la scelgo a seconda di dove le nuvole sembrano più recalcitranti a sostare e rade. Imbocco la Val Susa e opto per la parte sud: dunque,ancora una volta, Parco Orsiera Rocciavrè! D’altra parte, con la neve ancora in via di scioglimento, questo parco a due passi da Torino è un piccolo paradiso, con i suoi laghi, fiumi e boschi incantati, e con tanti anfratti e valloni ancora da scoprire.
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La strada che sale da Villarfocchiardo a Certosa di Montebenedetto è ripida rapida?. Decido di fermarmi presso l’alpeggio di Alpe di Fumavecchia a 1400m sul livello del mare dove un belare incessante mi conforta: non sarò solo! Oltre alle simpatiche caprette mi tiene compagnia un intenso vociare di uccellini. E qui la Meraviglia inizia a montare: possibile che bastino 50Km per arrivare in un posto tanto idilliaco? Dove invece che motori e rumori elettrici prendono vita fruscii di foglie e squittii di pettirosso? Sì. A Torino basta davvero poco per arrivare in luoghi di bellezza “violenta”. E io, avido, ne godo!
Il boschetto verdeggiante mi asseconda , seguendo i frequenti tratti distintivi di sentiero dei franchi, che risulta conquistato dalla vegetazione. Il sentiero a mezzacosta mi porta in circa 40 minuti al rifugio Amprimo, in Val Gravio. Da qui si gira a sinistra e si ripercorre il lungo vallone che, salutati i boschi, si fa più brullo e pendente. Il culmine si raggiunge in un scenico Lago Rosso, a 1900 m di altezza con Cristalliera, Rocciavrè e soci che salutano magnanimi l’escursionista ammaliato da cotanta bellezza. Perlomeno, così è come mi sento io.
Dopo un po’ di foto, l’incontro con una marmotta e comparse di sole, ripiego di buona lena verso il colle del vento, a picco sopra il lago. Poco prima di giungervi, del pietrame cade a pochi metri da me. Colpevoli, 5 stambecchi magnifici che si confondono tra le rocce. Placidi a dir poco, brucano sdraiati come nobili romani nel loro habitat naturale. Divini.
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Raggiunto il colle salgo sol monte Muretto(2277) per poi volare sulla cresta fino a Pian dell’Orso. Ormai conscio della mia giornata baciata dalla fortuna, la discesa diventa per me trasognante, tutta vissuta a bearmi della mia gioia. Da Pian dell’Orso, cammino su un prato di violette prima di completare il mio anello e tornare alla mia vettura. Saluto caprette e vitelli che pascolano felicemente e rincaso, rigenerato e meravigliato alle pianure. Che meraviglia di terra: che meraviglia, le nostre alpi!!!
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A pian dell’Orso ci sono stata pure io quest’inverno, quando la neve era già molliccia, e si potevano evitare le ciaspole.L’anello suggerito da Robi è davvero una bellissima gita, bando alla pigrizia e zaino in spalla, che l’estate è ormai arrivata e in Val di Susa spopolano simpatiche marmotte, scoiattoli e leprotti nel bosco 🙂
a due passi dalla “metropoli” sembra impossibile…la giusta cura anti stress e anti smog!! altro che beauty farm 😉 🙂
C’è il kit bèbè nel pacchetto?
🙂 certo i bebè sono benvenuti previo padre voglioso di averli sulle spalle! PS ti chiamo in questi giorni
Dopo aver letto il tuo articolo se non tolgo la polvere dallo zaino questa volta, non lo farò mai più.
Grazie
Enrico
Che bello poter godere di questi panorami di montagna. Beato te!!
Hai proprio ragione Robi: basta allontanarsi 50 km da Torino per essere accolti da paesaggi mozzafiato. Io personalmente non riesco più a correre in città.. prediligo sentieri solitari seppur in salita purché immersi nel labirinto di un bosco.. per poi saltare di radice in sasso, usare i tronchi degli alberi per frenare la discesa e inspirare meraviglia ad ampi polmoni che il fiato serve e il cuore chiede ossigeno a secchiate e la mente necessita di volare..
grazie Ros del bel commento!! un abbraccio e spero a presto. Magari per qualche gita estiva?? 🙂