Festeggiare il compleanno in montagna è un’idea che non era ancora venuta a nessuno dei miei clienti. Ci ha pensato una ragazza iraniana che vive a Londra, Somayeh ha ideare il suo compleanno nelle nostre terre alpine.
Quando nel settembre 2014, Somayeh mi aveva chiesto di prenotare un trekking per il suo compleanno in montagna nel giugno 2015 avevo pensato che le possibilità che questo accadesse fossero minime. Per quanto mi reputi una persona abbastanza lungimirante, pensare di organizzare un week end con 10 mesi di anticipo mi sembrava incredibile. Poi, sornione, il tempo è passato e Somayeh ha rispettato il suo volere: l’ultimo week end di giugno mi sono trovato ad accompagnare lei e altri 6 amici iraniani nella valle di Viù.
Il rifugio prestabilito come meta del compleanno in montagna di Somayeh è stato il Rifugio Cibrario. Questo rifugio è stato scelto per la particolare simpatia e cordialità del gruppo di volontari che lo gestisce. Uno di quei rifugi dove ti senti veramente a casa e dove la cena, in stile casereccio, accontenta anche i più affamati.
Somayeh era l’unica veramente pronta ai 1000 metri di dislivello e i suoi amici hanno sofferto parecchio i ripidi pendii che portano in questo luogo incantato incastonato in Val di Viù. Detto questo hanno sicuramente apprezzato i paesaggi mozzafiato e, sebbene in tempi biblici, abbiamo raggiunto le nostre mete di giornata. Uno regali delle Alpi per il compleanno in montagna di Somayeh è stato sicuramente il gruppo di 30 stambecchi maschi incontrati all’alba verso il Lago della Rossa.
Il gruppo di iraniani sono stati un ottima occasione per confrontarsi con la loro realtà: quasi tutti hanno una amplia famiglia sparsa in giro per il mondo. In particolare qualcuno è rimasto in Iran, tanti sono a Londra e qualcuno è emigrato nell’ancora più lontana California. La cosa che colpisce è come questi ragazzi siano completamente non appartenenti al paese in cui vivono. O meglio, le idee politico religiose che la Repubblica Islamica dell’Iran esprime, non rappresentano minimamente questi giovani emancipati, lanciatissimi nel mondo del lavoro e della realizzazione personale. E da quel che ho capito più che un’eccezione è una regola. Il fatto che le tre coppie, trentacinquenni, non volessero aver figli affinché non interferiscano con la loro realizzazione personale, vi fa capire quanto poco tradizionali siano questi ragazzi.